residenze di housing sociale

Il quartiere di Porta Palazzo, simbolo di socialità e incontro, è stato scelto in questi anni per ospitare diversi progetti abitativi innovativi di “housing sociale”. Sono progetti residenziali che vogliono sperimentare modi nuovi di abitare: solidali, cooperativi, basati sulla condivisione di alcuni spazi e che interagiscono in maniera virtuosa con il vicinato e il quartiere circostante.

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Foto: Michele D’Ottavio

Sono sei i progetti di housing sociale presenti nel quartiere:
> la residenza temporanea Housing Giulia in via Cigna 14 (Opera Barolo, Cooperativa di Vittorio, Co-abitare impresa sociale srl)
> il Cohousing Numero Zero di via Cottolengo 4 (Cooperativa Numero Zero, associazione Coabitare),
> la residenza Vivo al Venti in via Milano 20 (FASP – Fondo Abitare Sostenibile Piemonte, cooperativa Atypica),
> il condominio solidale di via San Simone 3 (Sermig),
> la residenza per anziani autosufficienti di piazza della Repubblica 13 (Edilizia Sociale della Città di Torino),
> la residenza temporanea Luoghi Comuni di piazza della Repubblica 14 (Compagnia di San Paolo, Consorzio Kairos).

MAPPA inquadramento generale

L’obiettivo comune è quello di offrire una risposta abitativa diversa, da una parte lontana da una logica di tipo assistenziale ma anche al di fuori dagli schemi classici del libero mercato non sempre capace di rispondere ai bisogni di oggi.

In queste case vivono  – e vivranno –  persone molto diverse tra loro e con progetti di vita differenti. Alcuni si trovano in condizioni di temporanea fragilità – per motivi economici, famigliari, lavorativi – e possono usufruire, in alcune delle residenze, oltre che di un alloggio a costo calmierato, di un accompagnamento sociale “leggero”; altri semplicemente scelgono il modello della co-abitazione solidale e collaborativa improntato sulla socialità e la partecipazione. Alcune residenze prevedono come regola la temporaneità dell’esperienza, altre invece ospitano alloggi in proprietà.

Gli spazi comuni e i servizi condivisi gestiti dalla comunità dei co-abitanti. Mutuo-aiuto, connessione internet collettiva, sala computer, lavanderia, feste aperte al quartiere, cene dei co-abitanti, messa in comune di competenze e attrezzature, banca del tempo, raccolta dell’acqua piovana, pannelli fotovoltaici sono alcuni esempi che illustrano la realtà di questo modo di abitare condiviso.

Questi interventi sono tutti (o quasi) nati in edifici fortemente degradati e da riqualificare: alcuni nascono proprio con l’obiettivo di lottare contro il degrado inserendo funzioni socialmente utili, altri hanno trovato collocazione in questi edifici per la sostenibilità resa possibile dalla convenienza dell’acquisto. Sono tutti interventi di alta qualità tecnico-costruttiva, alcuni dei quali hanno permesso di recuperare un patrimonio edilizio storico. Tutti hanno, o avranno una volta completati, un impatto rilevante sulla qualità urbana del quartiere sia in termini strettamente architettonici e di decoro, che in termini di qualità della vita.

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