Co-city e la sfida dei #benicomuni

Beni comuni, cittadinanza attiva e amministrazione condivisa sono concetti entrati a far parte del nostro linguaggio comune che segnano un approccio innovativo alla cura e rigenerazione della città. Ma è solo negli ultimi anni che il loro riconoscimento all’interno delle pubbliche amministrazioni ha trovato compimento e permesso alle numerosissime esperienze e iniziative di trovare legittimizzazione o terreno per il loro sviluppo.

Come ci spiega Giorgio Arena di Labsus in questo articolo, con l’introduzione nel 2001 del principio di sussidiarietà orizzontale nella nostra Costituzione – attraverso l’articolo n. 118 – vennero gettate le basi per il nuovo modello di amministrazione condivisa riconoscendo le iniziative dei cittadini attivi che collaborano con l’amministrazione nell’interesse generale, ovvero nella cura dei beni comuni.

Un vuoto normativo ha però ostacolato negli anni successivi una piena applicazione di tale principio costituzionale.
In seguito,  grazie al percorso di ricerca e di riflessione sulla sussidiarietà condotto da Labsus a partire dal 2006 e alla successiva e proficua collaborazione con l’amministrazione bolognese è stato possibile colmare questo vuoto e dotarsi di strumenti e regole per l’amministrazione condivisa.

Nel 2014 il Comune di Bologna approva il Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la gestione dei beni comuni urbani, frutto di due anni di lavoro con Labsus e pensato come strumento glocale a disposizione di altre città interessate ad adottarlo così com’è o a modificarlo adattandolo alle realtà locali.

E’ così che anche a Torino si avvia lo studio del Regolamento bolognese e nel gennaio 2016 la Giunta comunale approva il Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani, con alcune innovative e puntuali modifiche e integrazioni. (Leggi l’approfondimento di Labsus sul regolamento torinese)

Per sperimentare le nuove forme di amministrazione condivisa previste dal Regolamento, la Città di Torino a marzo 2017 dà avvio al progetto Co-City Torino, promosso dall’amministrazione nell’ambito del programma europeo Urban Innovative Actions, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, l’ANCI e la Rete delle Case del Quartiere.

Il progetto Co-City ha una durata di tre anni e mira ad accogliere le proposte di patti di collaborazione dei cittadini per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani, con una specifica attenzione al contrasto al degrado urbano e alla lotta alla povertà.

Tre gli ambiti di azione verso i quali si possono orientare le proposte:
A. “Periferie e culture urbane”: progetti complessi destinati a creare nuovi servizi e attività in edifici in abbandono, con un budget complessivo di 1.100.000 euro.
B. “Piattaforme di servizio pubblico”: progetti mediamente complessi che riguardano beni destinati a servizi pubblici sotto-utilizzati, con un finanziamento totale di 500.000 euro.
C. “Cura dello spazio pubblico”: progetti di cura e gestione condivisa di luoghi pubblici, aree residuali o a rischio abbandono, per un ammontare totale di 100.000 euro.

Grazie alla collaborazione con le Case del Quartiere di Torino è inoltre possibile recarsi presso i loro spazi di riferimento per trovare informazioni e supporto alla candidatura della proposte.

Per approfondimenti e aggiornamenti visitate il sito www.comune.torino.it/benicomuni e seguite la pagina facebook Beni Comuni Urbani a Torino

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