Arte a Porta Palazzo: “Negozi e Mercati” di Mauro Chessa

“…Se la realtà che fingevo era un gioco della fantasia, tanto valeva fare un passo più avanti e sovrapporre le figure alle vetrine come per caso, senza legami con la forza di gravità (che è qualcosa di maledettamente serio) e perciò le circondai con un rettangolo come si fosse trattato di figurine da appiccicare.
Con lieve sorpresa, mi sembrò che i miei personaggi stessero ballando, con la gioiosa leggerezza e la stessa irrealtà “pop” di Gene Kelly con l’ombrello, sotto la pioggia”.

(Mauro Chessa, Torino, 2006)

"Negozi e Mercati" Mauro Chessa

“Negozi e Mercati” Mauro Chessa

Negozi e Mercati è un’opera del pittore torinese Mauro Chessa. Realizzata tra il 2006 e il 2007, l’esposizione permanente è costituita da sei dipinti incastonati nella volta della Galleria Umberto I.
Mauro Chessa sostiene di essere stato ispirato nella realizzazione delle lunette dal nome di Umberto I, che secondo lui rimanda ad un’idea di monumentale, di eroico. Questa concezione si è unita a una volontà di creare, in assoluta libertà d’espressione, un’opera che risultasse innovativa e soprattutto in contrasto con l’architettura tradizionalmente ottocentesca del luogo in cui sarebbe stata collocata.

L’installazione delle prime quattro lunette, “Negozi”, è avvenuta nell’ottobre del 2006 in occasione della fine dei lavori di restauro della Galleria Umberto I.

"Negozi" Mauro Chessa

“Negozi” Mauro Chessa

La seconda parte dell’opera, “Mercati”, è stata installata nel settembre del 2007.

"Mercati" Mauro Chessa

“Mercati” Mauro Chessa

“Sarà la suggestione della gente che passa o il quartiere di Porta Palazzo stesso, ma per le ultime due lunette che ho dipinto per la Galleria Umberto I ho scelto proprio il tema più specifico e più prevedibile: i mercati.
A pensarci bene, devo tornare indietro ai lontani anni 1964-65 per ritrovare nel mio lavoro la tematica della gente, della folla che frequenta stadi, manifestazioni o, per l’appunto, negozi o mercati. Per un pittore che ha spesso e volentieri dipinto paesaggi urbani vuoti di presenza umana (vale a dire popolati unicamente dallo sguardo dello spettatore), “metafisici” come dicono le signore, è un bel salto.
Sempre, in pittura, io prediligo la tautologia, amo la banalità, rifiuto d’istinto il soggetto troppo teatrale o magniloquente, quindi, se dipingo un mercato, sarà proprio il mercato ciò che m’interessa, non qualcosa che voglia alludere o significare altro.
Il problema (c’è sempre un problema…) consiste semmai nel non confondere tutto e tutti in una moltitudine grigia e indistinta, ma nell’evitare al contempo cadute nel bozzettismo caricando le figure con troppe allusioni.
In conclusione ogni personaggio dovrebbe valere in teoria quanto un altro, ma benché mi proponga di rimanere al di qua di ogni caratterizzazione insistita, qualcosa riesce sempre a passare dalla grata. Mi accorgo allora che ciascuno di noi è un “personaggio” e che basta un particolare da nulla, perché si animi e accenni una storia possibile.
Che cosa penserà la bambina di schiena con le mani in tasca che guarda i vestiti più grandi di lei? O i signori indaffarati con i loro pacchetti? C’è poi il disabile… la donna col foulard… il cinese… Sono persone colte per la strada, provenienti quindi da altre suggestioni e “utilizzate” per un gesto, un’andatura, una particolarità fisica o del vestiario.
In realtà la vera “storia” che racconta il pittore non è l’insieme di vari spunti aneddotici, ma la presenza simultanea di mille elementi: la gente che cammina o che osserva i banchi con le loro mercanzie, le tende multicolori contro il cielo, il gioco dei pali, tutte cose che, prese tutte insieme, ci suggeriscono il grande spettacolo della vita.”

(Mauro Chessa, Torino, 2007)

Per sapere quali altre opere d’arte sono presenti a Porta Palazzo, leggi la pagina dedicata.

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